Il territorio di Castel Fusano è straordinariamente ricco di insediamenti romani, come la villa dell’oratore romano Quinto Ortensio Ortalo, vissuto ai tempi di Cicerone, magnificamente arredata di mosaici e altre decorazioni.
Dopo complesse vicende nell’antichità e nel Medio Evo, nel XVII secolo il luogo è meta privilegiata di acquisti e rinnovamenti da parte di famiglie toscane; nel 1620 il casale del Tumoleto e una parte dei terreni circostanti divengono proprietà della antica famiglia fiorentina dei Sacchetti, che decide di ampliare il possedimento acquistando anche il castello di Fusano, ormai quasi distrutto. E’ sulla villa che si concentrano i loro ambiziosi programmi. Divenuti banchieri del papa Urbano VIII (1623-1644), danno avvio alla trasformazione in castello, con un progetto impostato per grandi linee nel 1623 dal loro architetto di fiducia, Girolamo Rainaldi, che dirige i lavori di realizzazione nel 1624-1626, con la collaborazione di Francesco Peparelli, seguito poi da Camillo Arcucci. Dal 1625 al 1629 opera anche un terzo architetto, Bernardino Radi.
L’elemento più prestigioso è rappresentato dal ciclo di pitture compiute da vari artisti diretti da Pietro da Cortona, attivi dal 1627 al 1631. I temi sono complessi e comprendono soggetti religiosi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, in particolare rappresentati nella cappella, un capolavoro ricco di straordinari episodi di paesaggio; non mancano anche soggetti mitologici nelle sale del primo e secondo piano e accurate carte geografiche nella Galleria del secondo piano, con stemmi Sacchetti e Barberini e una rappresentazione del mondo dalle origini mitiche agli episodi della storia romana, inseriti nel ciclo delle stagioni e degli elementi.
Gli interessi dei Sacchetti si orientano nel XVI e XVIII secolo su altre loro proprietà e il 27 giugno 1755 si stipula l’atto di vendita della villa dal Marchese Giovanni Battista Sacchetti Muti Papazzurri Sacchetti al Principe Agostino Chigi per 135.000 scudi. I Chigi conferiscono al luogo il carattere di moderna dimora aristocratica e al territorio circostante quello di azienda agricola produttiva ed efficiente, con l’uso di macchine progettate per il “prosciugamento dello stagno di Ostia”, insieme ad ulteriori bonifiche e nuove attività ad Ostia. Sono condotti importanti scavi archeologici e nel XX secolo il Principe Francesco Chigi vi inserisce un osservatorio ornitologico, che anticipa la fondazione del nuovo Giardino Zoologico di Roma, al quale il Principe partecipa attivamente.
Testo di Carla Benocci. Immagine della Galleria affrescata da Pietro da Cortona, Foto di Massimo Listri.